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Contributi a fondo perduto: i codici Ateco del Ristori Bis

Il Decreto Ristori, approvato dal Consiglio dei Ministri il 27 ottobre, ha introdotto ulteriori misure urgenti per la tutela della salute e il sostegno ai lavoratori. Il decreto-legge interviene infatti con uno stanziamento di 5,4 miliardi di euro da destinare, fra gli altri interventi, a contributi a fondo perduto per le imprese. Il Decreto Ristori Bis, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 9 novembre, introduce nuove misure di sostegno alle attività coinvolte dalle disposizioni previste dall’ultimo Dpcm del 3 novembre scorso.

Le misure del Decreto Ristori Bis

  • Zone rosse: contributi a fondo perduto con bonifici diretti sul conto corrente, fino al 200% di quanto già erogato nel mese di aprile con il Decreto Rilancio.
  • Zone arancioni: maggiorazione del 50% per gelaterie, bar, pasticcerie e alberghi che si aggiunge a quanto previsto già dal primo Decreto Ristori arrivando al 200%.
  • Per alcuni settori, nuovi ristori dal 50% al 200% a livello nazionale per via delle nuove restrizioni imposte dall’ultimo Dpcm.
  • Proroga del termine di versamento del secondo acconto per ulteriori soggetti, non compresi nel primo Decreto Ristori, che applicano gli indici sintetici di affidabilità fiscale.
  • Sospensione dei contributi previdenziali e assistenziali per i datori di lavoro privati con sede operativa nei territori interessati dalle nuove misure restrittive.
  • Anche per i settori delle zone rosse, cancellazione della rata IMU di dicembre per i proprietari e i gestori.
  • Anche per i settori delle zone rosse, credito d’imposta cedibile al 60% per gli affitti commerciali dei tre mesi di ottobre, novembre e dicembre.
  • Congedo straordinario per i genitori in caso di chiusura delle scuole secondarie di primo grado.
  • Bonus baby-sitting per le regioni in zona rossa.

Contributi a fondo perduto

Sono riconosciuti contributi a fondo perduto a favore di tutti quei soggetti che, alla data del 25 ottobre 2020, hanno la partita IVA attiva e dichiarano di svolgere come attività prevalente una delle attività previste dai codici Ateco del Decreto Ristori. La misura è finalizzata a sostenere gli operatori dei settori economici interessati alle misure restrittive introdotte con l’ultimo Dpcm in materia di contenimento della diffusione dell’epidemia Covid-19.

Beneficiari

I contributi a fondo perduto spettano a condizione che l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 sia inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019. Tra i beneficiari rientrano anche le imprese con fatturato maggiore di 5 milioni di euro (il ristoro sarà pari al 10% del calo del fatturato). Per i lavoratori che hanno attivato la partita IVA a partire dal 1° gennaio 2019, il contributo spetta anche in assenza di fatturato. Il contributo non spetta invece ai lavoratori che hanno attiva la partita IVA a partire dal 25 ottobre 2020.

Presentazione delle domande

I lavoratori beneficiari riceveranno i contributi a fondo perduto con la stessa procedura utilizzata dall’Agenzia delle entrate in merito ai contributi previsti dal Decreto Rilancio. Tutti i dettagli nell’articolo Contributo a fondo perduto: domande dal 15 giugno.

Le attività che non hanno usufruito dei precedenti contributi, dovranno presentare la domanda. È prevista invece l’erogazione automatica sul conto corrente, entro il 15 novembre, per chi ha già presentato la domanda in precedenza. L’importo varierà dal 100% al 400% di quanto previsto in precedenza. Avrà comunque un importo massimo di 150.000 euro in funzione del settore di competenza dell’attività.

Codici Ateco

Nel primo allegato si prende nota delle attività aggiunte dal nuovo decreto. Dagli autobus turistici alle scuole di danza, dai tatuatori ai musei e, ancora, ai negozi di bomboniere. Fino ad arrivare agli zoo e alle guide alpini. Per un totale di 73 attività che riceveranno un indennizzo tra il 100% e il 200% di quanto già ricevuto col pretendete decreto. I bar e gli alberghi, inclusi in questa prima lista, riceveranno il 150% se compresi nelle zone gialle e il 200% se appartenenti alle zone arancioni e rosse. 

Nel secondo allegato rientrano tutte le attività che hanno abbassato le proprie serrande nelle zone rosse. Sono incluse quindi tutte le tipologie di merci di queste attività, dai vestiti ai mobili, agli strumenti musicali, fino ai sexy shop. Sono compresi in questa lista anche gli ambulanti e i servizi fermi a causa delle restrizioni: dalle agenzie matrimoniali ai centri estetici, fino alle case d’aste e alle gallerie d’arte.

Nel terzo allegato sono inserite attività come le coltivazioni agricole, la pesca e l’acquacoltura, la produzione di vini e di birra, le attività di manutenzione del paesaggio. 

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