Cassa integrazione e lavoro autonomo
Dopo quest’anno particolare, in cui i liberi professionisti sono stati i più colpiti dalla crisi (si guardi, per esempio, all’indennità Covid con cui il Governo è sceso in campo per fronteggiare l’emergenza), ora anche gli autonomi avranno diritto alla cassa integrazione. Nella Legge di Bilancio 2021 c’è l’accordo: l’ammortizzatore sociale per le Partite IVA si chiamerà Iscro, Indennità straordinaria di continuità reddituale operativa. La misura di sostegno alla categoria di lavoratori autonomi è infatti inserita nella manovra in via di approvazione alla Camera e verrà introdotta il prossimo anno in via sperimentale. Cassa integrazione e lavoro autonomo: quali saranno gli importi e i requisiti?
Importi e requisiti
L’importo dell’Iscro è ancora sul tavolo del ministero dell’Economia, che ne sta ipotizzando le cifre. Secondo le prime indiscrezioni, il sussidio potrebbe oscillare tra i 250 e gli 800 euro mensili. Può però essere richiesto una sola volta nel triennio e non può essere cumulabile con il Reddito di cittadinanza. La manovra prevede anche l’esonero parziale per un anno dal versamento dei contributi.
Sono quattro i requisiti che li lavoratori autonomi devono rispettare per poter aver accesso alla cassa integrazione. Sono:
- Avere una Partita IVA da almeno 4 anni.
- Aver dichiarato un reddito inferiore a 8.145 euro.
- Essere in regola con il versamento dei contributi.
- Aver prodotto, nel corso dell’anno precedente a quello in cui si fa richiesta, un reddito inferiore del 50% della media dei redditi prodotti nel corso dei tre anni prima.
In ogni caso, la cassa integrazione è riservata ai liberi professionisti e agli autonomi il cui fatturato è diminuito del 33% rispetto all’anno precedente e i cui compensi e ricavi non sono superiori a 50mila euro lordi.