Nell’eventualità in cui un contribuente proprietario di una casa deceda il versamento delle imposte sull’immobile e sui servizi indivisibili, IMU e TASI, va direttamente a carico degli eredi chiamati in successione. Ecco come funziona.
Come funzionano IMU e TASI
Come anticipato, nel caso di decesso di un contribuente proprietario di un immobile, il pagamento di TASI e IMU andrà direttamente in capo agli eredi.
Nello specifico, per ciò che concerne il pagamento dell’IMU il tributo sarà dovuto proporzionalmente alla quota e ai mesi dell’anno nei quali si è protratta la condizione di possesso. Va specificato che tale tassa è stata abolita per tutte le prime case, escluse da quelle di lusso.
Gli eredi che hanno presentato la dichiarazione di successione non sono obbligati a presentare la dichiarazione IMU.
Lo stesso vale anche ai fini della TASI, in riferimento al richiamo dell’Art. 1, comma 687, Legge n. 147/2013.
Per tale imposta gli eredi succedono al deceduto nella titolarità dei diritti di quest’ultimo. Gli eredi sono infatti obbligati a pagare la tassa sui servizi indivisibili per conto del defunto, fino alla data del decesso.
Per il periodo successivo, invece, è previsto che provvedano al saldo in nome proprio sulla base delle quote spettanti per la successione testamentaria o legittima.
Per entrambi il versamento può avvenire tramite modello F24 o apposito bollettino.
Quando scatta l’obbligo di pagamento
Considerando che il defunto non potrà pagare a posteriori le imposte TASI e IMU, il loro versamento spetterà agli eredi sulla base della propria percentuale.
Indipendentemente dall’accettazione dell’eredità, il diritto di abitazione e di adempimento al pagamento delle relative imposte si matura per tutti gli eredi.
Pertanto, anche nel caso in cui l’accettazione dell’eredità dovesse avvenire molto tempo dopo la morte del titolare, gli eredi hanno l’obbligo di pagamento delle imposte dalla data di apertura della successione.