Il Presidente dell’Inps in tema di assegno unico universale figli nel 2022. Il DDL è all’esame della camera, ecco le possibili modifiche della Commissione.
Le novità dell’assegno unico
Il 16 dicembre si è tenuta l’audizione in commissione affari sociali alla Camera dove si sta approvando il decreto attuativo per l’assegno unico universale. Il Presidente dell’Inps ha dato delle specifiche sulle modalità di erogazione.
L’attuale assegno unico sarà sostituito dall’assegno unico “universale”, erogabile a tutte le famiglie con figli a carico fino a 21 anni di età. Il nuovo assegno unificherà vecchi bonus che conseguentemente scompariranno, come il bonus bebè e il premio alla nascita per i neo genitori.
“Potrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri già questa settimana – annuncia il Sole 24 Ore– il decreto legislativo che attua la legge delega 46/2021 per il riordino delle misure a sostegno delle famiglie, approvata a marzo dello scorso anno con voto unanime del Parlamento”.
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Caratteristiche
Sebbene siano discretamente note le caratteristiche dell’assegno unico, in questa sede verranno ricordate, in vista dell’arrivo della versione 2022.
L’assegno unico universale è un bonus che ogni nucleo familiare può ricevere per ciascun figlio a carico. L’arco di tempo coperto parte dal settimo mese di gravidanza sino ai ventuno anni di età. È prevista una maggiorazione per i figli disabili e dal terzo figlio in poi. Dalla maggiore età, sino al termine, la somma sarà ridotta rispetto all’entità iniziale dell’assegno.
Chi ne può beneficiare
Come già specificato, tutte le famiglie possono ricevere l’assegno unico universale, tuttavia l’importo è calcolato sulla base del reddito ISEE.
Si tratterà di un minimo di 40-50 euro per coloro che hanno un reddito superiore ai 40mila euro, sino a un massimo di 175-180 per ISEE inferiori a 15mila euro.
Con l’introduzione del reddito universale saranno premiate le famiglie con entrambi i genitori che lavorano. Per non disincentivare le madri dal lavoro a partire da gennaio 2022 ci saranno circa 30 euro mensili di maggiorazione, per il secondo percettore di reddito.