Tra le disposizioni previste dal Decreto Liquidità vi è il credito d’imposta bonus sanificazione. Un incentivo per assicurare che gli ambienti e gli strumenti di lavoro siano sanificati per contenere il contagio da Covid-19.
Credito d’imposta: a chi si rivolge e per cosa è riconosciuto
Esso si rivolge a soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione. Pertanto, a tutti quei datori di lavoro tenuti a garantire la massima igienicità e salubrità dei locali e degli strumenti di lavoro. Come spiega la circolare N.9/E dell’Agenzia delle Entrate, l’applicazione del credito d’imposta abbraccia anche le spese sostenute nel 2020 per l’acquisto di:
- dispositivi di protezione individuale (quali, ad esempio, mascherine chirurgiche, Ffp2 e Ffp3, guanti, visiere di protezione e occhiali protettivi, tute di protezione e calzari);
- altri dispositivi di sicurezza, atti a proteggere i lavoratori dall’esposizione accidentale verso agenti biologici o a garantire la distanza di sicurezza interpersonale (quali, ad esempio, barriere e pannelli protettivi);
- detergenti mani e i disinfettanti.
Il credito è riconosciuto per il periodo d’imposta 2020, per una somma non superiore a 20.000 euro e fino all’esaurimento dell’importo massimo di 50 milioni di euro stanziati per l’anno in corso. L’art. 64 del “Cura Italia”, inoltre, non fornisce indicazioni circa i limiti applicativi dell’agevolazione. Infatti, è necessario attendere il decreto attuativo per verificare eventuali restrizioni (relative, per esempio, all’utilizzo di determinati prodotti o nella scelta dell’impresa esecutrice degli interventi di sanificazione).