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Il bonus babysitter spetta anche ai nonni? La precisazione dell’INPS

Bonus babysitter e nonni

Il bonus babysitter dall’importo massimo di 1.200 euro può essere erogato anche ai nonni. A una condizione: non devono risiedere all’interno dello stesso nucleo familiare. Lo chiarisce l’INPS con la circolare n.73. Il bonus, infatti, può essere utilizzato per retribuire i parenti, purché non conviventi. Per poter fare richiesta, il genitore e, per esempio, la nonna, devono registrarsi sulla piattaforma del Libretto Famiglia. A questo proposito, vi ricordiamo che il portale VisureSmart.it offre un servizio online grazie al quale inoltra direttamente all’INPS la richiesta per il bonus babysitting da Covid-19. Il disbrigo della pratica avviene in tempi brevi, assicurando la rapidità e definitiva risoluzione della richiesta. Per accedere al servizio sono necessari: documento d’identità valido, codice fiscale, Iban su cui ricevere l’indennizzo e il PIN personale dell’Inps. Per maggiori informazioni sul servizio offerto da VisureSmart visitate questa pagina: Bonus Babysitting.

Bonus babysitter e cassa integrazione parziale

Come precedentemente anticipato, il bonus può essere usato anche nel caso in cui l’altro genitore sia destinatario di cassa integrazione parziale. Dato che la sospensione dell’attività lavorativa per definizione è a zero ore, il bonus è compatibile con la cassa integrazione per la riduzione di orario giornaliero o a giornata. Pertanto, il bonus può essere richiesto se l’altro genitore, per esempio, lavora 3 ore anziché 6, o ancora, nei singoli giorni in cui svolge il lavoro (ilsole24ore.it). L’Inps ricorda però che i bonus non possono essere fruiti se l’altro genitore è disoccupato, non lavoratore o percettore di qualsiasi sostegni al reddito (NASpI, cassa integrazione ordinaria, straordinaria o in deroga, ecc.)

Bonus babysitter e congedo parentale

L’Istituto precisa che il bonus baby-sitter non può essere richiesto solo se il congedo parentale supera i 15 giorni. Qualora il congedo Covid sia inferiore ai 15 giorni, il bonus spetta a metà. Ciò vuol dire 600 o 1000 euro, a secondo della categoria lavorativa di appartenenza. Ancora, considerato che lo smartworking è la modalità lavorativa più frequente per molti, i bonus possono essere richiesti in caso di lavoro agile da parte del richiedente e dell’altro genitore lavoratore, nonché in caso di congedo di maternità, ferie e congedo parentale.