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Certificazione energetica: quando è obbligatorio l’Ape e quali documenti servono

Certificazione energetica: che cos’è l’Ape

La certificazione energetica è l’insieme di alcuni documenti che attestano le caratteristiche energetiche di un edificio o di una singola unità immobiliare. È di solito richiesta per portare a termine alcuni atti che hanno come oggetto il bene in questione. Nel gergo tecnico, si tratta in pratica del cosiddetto Attestato di prestazione energetica (Ape). Oltre al dato numerico che riguarda i consumi energetici, con l’Ape viene definita anche la classe energetica dell’immobile. La classe energetica è rappresentata con una scala di 10 lettere: si va da A4 (efficienza energetica massima) a G (edificio poco efficiente dal punto di vista energetico. Quello che si determina, quindi, è la qualità di un immobile dal punto di vista energetico. Lo si fa proprio attraverso le caratteristiche degli impianti e delle sue parti interne. 

Certificazione energetica: quando è obbligatorio l’Ape

Ci sono diversi i casi in cui la certificazione energetica (e quindi l’Attestato di prestazione energetica) diventa obbligatoria. 

  • Compravendita di un immobile. Il proprietario di un immobile, prima della vendita, deve far redigere l’ape a proprie spese e consegnarlo al nuovo proprietario. L’attestato va inoltre allegato all’atto di compravendita. Nel quale, tra l’altro, l’acquirente dichiara di averne preso visione. In caso contrario, sono previste sanzioni che vanno dai 3 mila ai 18 mila euro. 
  • Affitto di un immobile. Anche nel contratto di locazione va inserita una clausola attraverso la quale l’inquilino dichiara di aver ricevuto le informazioni riguardanti le prestazioni energetiche dell’unità abitativa. In caso contrario, sono previste sanzioni che vanno dai 300 ai 1.800 euro. 
  • Annunci di vendita o affitti di un immobile. Negli annunci di vendita o di affitto di un’unità abitativa sono obbligatorie le indicazioni che ne dichiarano la classe energetica e le prestazioni energetiche. In caso contrario, sono previste sanzioni che vanno dai 500 ai 3 mila euro. 
  • Nuova costruzione. Il costruttore ha l’obbligo, prima di richiedere il certificato di agibilità, di consegnare al Comune di pertinenza l’Ape del futuro edificio. In caso contrario, per il costruttore sono previste sanzioni che vanno dai 3 mila ai 18 mila euro. 
  • Ristrutturazioni. Quando i lavori superano il 25% tra pareti e tetti (la superficie dell’involucro) dell’edificio, è previsto il rilascio dell’Ape. In caso contrario, per il proprietario sono previste sanzioni che vanno dai 3 mila ai 18 mila euro. 
  • Per usufruire dell’Ecobonus. Si trattati tutti quegli interventi di coibentazione sia su parti private sia su parti condominiali (per approfondire, il nostro articolo dedicato L’ecobonus sale al 110%: ristrutturazioni gratis e detrazioni per l’edilizia).

Quali documenti servono per l’Ape

Per redigere l’Attestato di prestazione energetica di un edifico è necessaria una documentazione che comprende:

  • Planimetria catastale dell’immobile, utile a effettuare calcoli delle superfici e delle volumetrie. È possibile richiedere questo documento in modo semplice e veloce sul nostro sito VisureSmart.it.
  • Visura Catastale aggiornata dell’immobile. È possibile richiedere questo documento in modo semplice e veloce sul nostro sito VisureSmart.it.
  • Libretto degli impianti autonomi della caldaia a gas e dell’ultimo controllo tecnico effettuato dal caldaista. In più, schede tecniche di altri eventuali generatori presenti nell’immobile. 
  • Libretto dell’impianto centrale, se l’immobile si trova invece all’interno di un condominio con riscaldamento centralizzato.
  • Documento d’identità del proprietario.
  • Codice fiscale del proprietario. 

Chi redige l’Ape e quanto dura

L’Ape viene redatto da un soggetto accreditato, che è denominato solitamente certificatore energetico. Nella maggior parte dei casi si tratta di una figura professionale come un architetto, un ingegnere o di un geometra (abilitato alla progettazione di edifici e impianti) nominato dal proprietario dell’immobile. 

La certificazione energetica ha una validità di 10 anni a partire dal suo rilascio. Durante questo tempo, però, devono avvenire delle operazioni di controllo dell’efficienza energetica degli impianti (come afferma il decreto legislativo del 2013). In mancanza di questi controlli, l’Ape scade il 31 dicembre dell’anno successivo a quello in cui è prevista la prima scadenza non rispettata per i controlli.