Gestione separata 2021
Sono diverse le novità che riguardano la gestione separata 2021. Novità che riguardano aliquote, minimali e massimali di reddito, disoccupazione, cassa integrazione e prestazioni spettanti.
Gestione separata 2021: aumento delle aliquote
Dal 1° gennaio 2021, gli iscritti alla gestione separata che non risultino iscritti ad altre forme obbligatorie, versano lo 0,26% in più di contributi previdenziali alla gestione separata INPS. Un aumento che quindi interessa gli iscritti alla gestione separata, cioè i professionisti senza cassa. In altre parole, i lavoratori autonomi con partita IVA. L’aumento, previsto dalla Legge di Bilancio 2021, serve per finanziare la nuova Iscro.
Le aliquote contributive, da applicare sul reddito effettivo del lavoratore iscritto presso la gestione separata, per il 2021 sono:
- 25,98% per professionisti non assicurati presso altre forme pensionistiche obbligatorie.
- 24% per collaboratori e liberi professionisti con altra tutela pensionistica obbligatoria.
- 33,72% per collaboratori non assicurati presso altre forme pensionistiche obbligatorie e non tenuti alla contribuzione Dis-coll (come i lavoratori autonomi occasionali).
- 34,23% per collaboratori non assicurati presso altre forme pensionistiche obbligatorie.
Gestione separata 2021: cassa integrazione Iscro
In via sperimentale, per il triennio 2021-2023, l’Inps potrà dunque erogare l’Iscro agli iscritti alla Gestione Separata (per saperne di più, il nostro articolo dedicato Cassa integrazione per Partita Iva: importi e requisiti Iscro). A essere esclusi saranno per esempio architetti, avvocati, medici e giornalisti, in quanto iscritti a una cassa di previdenza privata. I potenziali destinatari della nuova cassa integrazione devono avere determinati requisiti.
- Essere titolari di Partita Iva da almeno 4 anni (per verificare in tempi brevi se rientri in questo requisito, puoi scaricare qui la tua Visura Camerale).
- Aver prodotto, nel corso dell’anno precedente a quello in cui si fa richiesta, un reddito inferiore del 50% della media dei redditi prodotti nel corso dei tre anni prima.
- Aver dichiarato un reddito inferiore a 8.145 euro.
- Essere in regola con il versamento dei contenuti.
- Non sono beneficiari del reddito di cittadinanza. E il requisito dev’essere mantenuto per tutto il periodo di percezione dell’indennità.
Se si chiude la Partita Iva, anche l’Iscro cesserà di essere versato. Il valore di Iscro sarà pari al 25%, su base semestrale, dell’ultimo reddito certificato dall’Agenzia delle Entrate.
Contributi minimi 2021
A fronte del minimale di reddito e delle aliquote, i contributi minimi di reddito annuo per conseguire l’accredito di un’intera annualità sono:
- 3.828,72 euro con aliquota 24%.
- 4.144,59 euro con aliquota 25,98%.
- 5.379,35 euro con aliquota 33,72%.
- 5.460,71 euro con aliquota 34,23%.
Disoccupazione Dis-coll 2021
L’indennità di disoccupazione Dis-coll è riservata ai collaboratori coordinati e continuativi iscritti in via esclusiva alla Gestione separata INPS. Nei casi di perdita involontaria dell’occupazione, l’ente di previdenza eroga un sussidio mensile calcolato in base al reddito imponibile ai fini previdenziali. Il reddito dev’essere relativo all’anno solare in cui si è verificata l’interruzione del rapporto oltre a quello precedente.
L’importo massimo mensile dell’indennità per il 2021 non può in ogni caso superare, lo dice la circolare INPS n. 7 dello scorso 21 gennaio, la cifra di 1.335,40 euro. La retribuzione da prendere a riferimento per il calcolo della indennità di disoccupazione Dis-coll è pari a € 1.227,55 per il 2021.