Registro dei protesti: cos’è?
Il Registro dei protesti, istituito tramite il Decreto legge n. 316/2000, è il registro che contiene la pubblicazione i protesti. Un protesto è, in pratica, l’atto con cui un Pubblico Ufficiale autorizzato constata la mancata accettazione di una cambiale tratta. Oppure il mancato pagamento di una cambiale o di un assegno. Il Pubblico ufficiale giudiziario addetto alla pubblicazione dei protesti è detto ufficiale levatore, ma sono autorizzati anche notai e segretari comunali. Una volta trasmesso alla Camera di Commercio competente, l’elenco dei protesti viene pubblicato nell’omonimo registro. Il registro è informatico e accessibile al pubblico per la consultazione.
Registro dei protesti: cosa contiene?
Il Registro dei protesti contiene dunque i dati di tutti i soggetti coinvolti in per pagamenti insoluti. E quindi, in altre parole, segnalati come cattivi pagatori. Nel dettaglio, nel registro sono riportati:
- Il numero di repertorio, la data e il luogo della levata.
- La natura del titolo, quindi se si tratta di una cambiale, di un assegno, di un vaglia cambiario ecc.
- La data di scadenza, l’importo dovuto e il motivo del mancato pagamento.
- Nome, cognome, domicilio e codice fiscale o data di nascita, se si tratta di una persona fisica. Denominazione, sede sociale, codice fiscale o partita iva se si tratta invece di un’azienda.
Come si consulta il registro
La consultazione del database dei debitori si effettua attraverso la richiesta di una Visura Protesti. Specificando i dati anagrafici del soggetto che ha rifiutato il pagamento. L’esito della ricerca restituisce un rapporto completo e aggiornato di tutti gli effetti insoluti a carico di una persona fisica o di un’azienda. Il riferimento dei mancati pagamenti è per il mancato incasso di assegni bancari, vaglia, cambiali.
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