Dal primo gennaio 2022, il tetto all’uso del contante è tornato da duemila a mille euro.
Pagamenti in contanti: cosa cambia
La nuova stretta del Governo prevede la riduzione del tetto massimo pagabile in contanti da 2000 euro a 1000. I paletti previsti, risalgono al decreto fiscale dell’estate 2020. Durante il governo Conte-bis la soglia è stata fissata a duemila euro dal luglio 2020, sino alla promessa di scendere a 1000 dal primo gennaio 2022. La manovra riavvolge il nastro ai tempi del governo Monti, quando il tetto era, appunto, mille euro.
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Le nuove regole
Il nuovo decreto della Camera regola la soglia oltre la quale si applica il divieto al trasferimento di denaro contante e di titoli al portatore in euro o in valuta estera. Tale regola vale per qualsiasi trasferimento effettuato tra soggetti differenti, che siano persone fisiche o giuridiche.
Viene regolata anche la soglia per la negoziazione a pronti di mezzi di pagamento in valuta. Questa è svolta dai soggetti iscritti nella sezione prevista dall’articolo 17- bis del decreto legislativo n. 141 del 2010, i quali esercitano professionalmente nei confronti del pubblico dell’attività di cambiavalute.
Per citare alcuni servizi che devono sottostare alla soglia:
- negozi;
- dentisti;
- veterinari;
- artigiani, etc.
In entrambi i casi viene previsto che il valore soglia si riduca a 2.000 euro a decorrere dal luglio 2020 e fino al 31 dicembre 2021, per diminuire ulteriormente a 1.000 euro a decorrere dal primo gennaio 2022.
La misura di riduzione dei pagamenti in contanti punta al rafforzamento della lotta al nero e vira verso la strategia del cashless. Negozianti e professionisti saranno obbligati ad accettare il bancomat o le carte di credito come forme di pagamento. Chi dovesse rifiutarsi, andrà incontro a una multa che partirà da 30 euro. Alla somma si aggiungerà una percentuale in base al valore del prodotto o servizio.