Durante un’azione di recupero crediti il pignoramento è l’ultimo tentativo per il creditore di far valere i propri diritti. Quest’ultimo procede con un’azione esecutiva quando ogni altra soluzione non è andata a buon fine. Capiamo adesso quando è possibile pignorare la casa per un recupero crediti.
Pignoramento: di cosa si tratta
Il pignoramento è un atto con cui l’ufficiale giudiziario ordina di pignorare beni mobili o immobili del debitore, al fine di favorire i diritti del creditore.
L’ottenimento del credito dev’essere pari al valore del debito.
Il pignoramento esiste perché tramite l’espropriazione dei beni le vendite andranno a soddisfare il debito contratto. Questo è un modo per un’agenzia di recupero crediti di vendere i beni di un debitore per consegnare i proventi a un creditore.
La procedura avviene con le seguenti modalità: in primo luogo si è in presenza di un giudice che ha condannato il debitore a pagare entro una data stabilita. Nel caso in cui il debitore non avesse pagato il debito, si proseguirà verso il pignoramento dei beni, che è la fase finale del recupero del debito. Successivamente, i pignoramenti sono acquisiti mediante titolo esecutivo mediante azione ordinaria o decreto ingiuntivo.
Leggi anche: Recupero crediti da nullatenente: come funziona
Quando si può pignorare una casa per un recupero crediti
Nel caso in cui la casa da pignorare sia la prima casa, l’ordinamento italiano pone dei limiti alla possibilità per l’ente riscossore dei debiti verso lo Stato, di pignorarlo.
Nello specifico, l’ente di riscossione non può pignorare la prima casa del contribuente nel caso in cui:
- la casa è l’unica di sua proprietà;
- è adibita a civile abitazione;
- non è accatastata A/8 e A/9;
- il debitore vi ha stabilito residenza.
Chi può pignorare la prima casa
L’impignorabilità della prima casa riguarda solo il Fisco, tutti gli altri creditori possono pignorare la prima e unica casa.
A procedere per il pignoramento della prima casa sono la banca presso cui si è stipulato il mutuo con cui è stata acquistata la casa, la società finanziaria a cui è stato richiesto un prestito. O ancora un creditore privato del contribuente intestatario dell’immobile o l’ex coniuge a cui non sono stati versati gli assegni di mantenimento.
Come verificare la propria situazione debitoria
Nell’eventualità in cui un contribuente volesse conoscere la propria situazione debitoria, l’Agenzia Entrate-Riscossione dà la possibilità di verificarla tramite la richiesta dell’Estratto Conto Debitorio dell’Equitalia.
Tale documento serve per la certificazione, a decorrere dall’anno 2000, lo stato dei seguenti elementi comprensivi di interessi e sanzioni:
- debiti maturati;
- pagamenti effettuati;
- eventuali insoluti;
- residuo passivo.
In sostanza è un documento ufficiale che certifica la posizione debitoria di una persona, fisica o giuridica, e le procedure in atto svolte dall’ente di riscossione.
Tramite il servizio rapido e professionale di VisureSmart.it è possibile richiedere online Estratto Conto Equitalia così da conoscere la tua situazione debitoria. I tempi necessari alla consegna sono solitamente di 3/4 giorni lavorativi.